Il sogno proibito di Cosimo de Medici
La storia della nascita di Cosmopolis
VISIONARIO lo era di sicuro. Non lo fosse stato, non avrebbe mai sognato di creare dal nulla la Città delle Città, la città perfetta, la migliore di tutte, quella capace di rivaleggiare con le grandi capitali d’Europa e di primeggiare in tutto, dalle arti alla cultura all’economia: Cosmopolis. Il suo regno, magico e perfetto. Il paradiso.
Cosimo I de’ Medici, Granduca di Toscana (1519-1574), impegnò tutto sé stesso nella costruzione ardita di questo sogno, il sogno della sua vita. Iniziò con la costruzione delle Fortezze Medicee, uno dei sistemi difensivi più imponenti del Mediterraneo, per difendere l’isola d’Elba dagli assalti dei pirati che infestavano le coste, e proseguì nel progettare la città ideale di Cosmopolis, inventandosi tra le altre cose, per favorirne la crescita e lo sviluppo, un’idea che parecchi Stati gli avrebbero copiato cinquecento anni dopo: dieci anni senza pagare le tasse per tutti quelli che ci venivano ad abitare.
Questo libro, scritto da Roberto Bianchin, giornalista e scrittore di penna arguta e raffinata, racconta in modo avvincente e brillante, ma su basi storiche molto realistiche, la genesi della nascita di Cosmopolis attraverso un dialogo immaginario tra lo stesso Cosimo e il suo architetto prediletto, Giovanni Camerini. Ne vien fuori un confronto serrato, intenso, che illustra con efficacia, senza alcuna presunzione accademica, i risvolti più e meno noti di quella straordinaria avventura.
Da questo testo è stato tratto lo spettacolo teatrale «Tanto gagliardo che più non si può dir» che ha debuttato nel Chiostro di Forte Falcone a Portoferraio il 22 giugno 2019 per iniziativa del Lions Club Isola d’Elba. Protagonisti, lo stesso autore, che ha curato anche la regia, nei panni di Cosimo; l’attore Marino Sartori in quelli dell’architetto Camerini; la musicista Linda Raciti al clavicembalo; l’attore e regista Leonello Balestrini nelle vesti di Gran Ciambellano della Corte Medicea; i rappresentanti dell’Associazione «Historiae» nei panni dei Cortigiani. La produzione è stata curata dall’Associazione Culturale Compagnia de Calza «I Antichi» (www.iantichi.org). Tutti i diritti riservati. Copyright internazionale.