Fratello più giovane e meno noto, ma non di certo meno dotato, del più celebre Cecco (Siena, 1260 circa – Siena 1313 presumibilmente), Ciucco Angiolieri (sobborghi di Siena, 1265 pressappoco - ??), anch’egli figlio del ricchissimo Angioliero degli Angiolieri, banchiere di Papa Gregorio IX, è uno dei maggiori poeti italiani del Duecento. Spesso confuso con il fratello maggiore, che non si fece scrupolo nell’usurpargli fama e denari, Ciucco Angiolieri ha vissuto e sofferto tutta la vita l’impari confronto con il più anziano, e di certo meno dotato, Cecco. L’equivoco sulla poetica, all’apparenza simile (ma solo in apparenza), dei due fratelli, separati fin dalla nascita da caratteri molto impulsivi e condotte di vita uguali ma diverse, si protrasse per secoli.
Ci voleva, sette secoli dopo, la sconvolgente scoperta della poetica di Ciucco, fin qui negata al pari della sua stessa esistenza, da parte dei sofisti della Compagnia de Calza “I Antichi”. In questo agile volumetto, destinato a imprimere senza fallo una scossa alla storia della letteratura, l’apologeta Roberto Bianchin, unico biografo ufficiale di Ciucco Angiolieri universalmente riconosciuto ad Harward, traccia il profilo finora inedito del grande poeta, e presenta una magistrale selezione dei suoi migliori componimenti, fin qui mai pubblicati, che vennero fortunosamente ritrovati, in circostanze rimaste misteriose e che è meglio rimangano tali, in una capanna del monte Capanne in un’epoca imprecisata.
Ritrovare questo poeta così possente e strabiliante, dall’immaginazione fervida e dall’immaginifico linguaggio, erudito e popolare insieme, è una delle scoperte letterarie più luminose di questo secolo fosco.